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Maurizio Montagna

Corruzioni–Oggetto quasi 

 

a cura di 

Daniela e Guido Giudici

Galleria/Consarc, Chiasso

 

“E se gli oggetti sfuggissero alla loro natura di muti testimoni, per diventare diversamente protagonisti, soggetti dotati di un proprio pensiero e proprie capacità decisionali?”

Così inizia ‘Objecto quase’, libretto di racconti raccolti nel 1978 da Josè Saramago che con incredibile lucidità immagina un mondo dove gli oggetti sabotano il loro stesso funzionamento mandando in crisi una società resa schiava dal loro utilizzo.

 ‘Oggetto quasi’ è anche il titolo che Maurizio Montagna utilizza per la sua recente ricerca sul glitch, il difetto, l’anomalia, il disturbo, la distorsione visiva, il crash digitale. Con questo lavoro sempre più affinato e sottile, ricco di citazioni e di omaggi, Montagna si interroga su quanto l’operatore sia ancora il vero artefice del suo mondo creativo con l’avvento della fotografia digitale/elettronica.  “Penso che, nonostante le grandi potenzialità tecnologiche, usate con differenti scopi e non sempre positivi, la quasi totalità dei fruitori di tecnologia sia totalmente asservita a essa, senza più avere un vero rapporto con la realtà. Questo porterà inevitabilmente a una percezione/interpretazione dispotica della stessa.” Così scrive l’autore. Gli oggetti di Montagna vogliono farci riflettere su questo aspetto della fotografia e di quanto i soggetti e, in una certa misura anche l’autore, si debbano sottomettere ai capricci di un dispositivo fotografico che, indipendente dal software al quale dovrebbe adeguarsi, interpreta il soggetto ripreso trasformandolo, scomponendolo fino alla realizzazione di opere uniche e irripetibili.

 

“Noi sappiamo che sotto l’immagine rivelata ce n’è un’altra più fedele alla realtà, e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima, fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa che nessuno vedrà mai, o forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà.”

(Michelangelo Antonioni) 

Maurizio Montagna nasce nel 1964 a Milano. Lavora con la fotografia da 20 anni, il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie in Italia e all’estero. Ha partecipato alla XXIV Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia e ha all’attivo numerosi progetti espositivi, in luoghi come la Triennale di Milano, Palazzo Tè a Mantova, Istituto Nazionale per la Grafica e Museo dell’Ara Pacis a Roma. Il suo lavoro attraversa architettura e paesaggio urbano. Nel 2018 ha realizzato la sua prima installazione permanente ‘Billboard Site Specific’ 2018 per il progetto d’arte pubblica: ‘A cielo aperto’, curato da Bianco Valente a Latronico (I).

Tra le sue pubblicazioni, oltre a vari progetti editoriali sull’architettura, figurano le monografie: ‘Albedo’, 2004; ‘Giulio Minoletti, Visioni urbane’, Shine Editore, Brescia, 2009; ‘Billboards’, 2008. Quest’ultimo progetto è stato selezionato da Paris Photo. Docente di fotografia presso NABA ( Nuova Accademia di Belle Arti ), Milano e dal 2105 al 2018 all’accademia di Belle Arti di Bologna.

Vive e lavora a Milano.

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